PENNABILLI (RN)

PENNABILLI (RN)

Veduta aerea di Pennabilli

 

Pennabilli: “Culla dei Malatesta”   (Leggi la scheda    )

 

Due alture impervie chiamate “Rupe” e “Roccione”, circondate sullo sfondo dell’acrocoro boscoso del versante occidentale del Carpegna, caratterizzano l’antica Città di Pennabilli ove nelle vicinanze, come attestano i numerosi ritrovamenti archeologici, si insediarono popolazioni etrusche ed umbre. I primi popolarono l’attuale borgata di San Lorenzo alle falde del Carpegna, i secondi si stabilirono alla confluenza del torrente Messa con il fiume Marecchia. I romani, in seguito, divennero padroni del territorio e trasformarono l’insediamento del Vico di Messa, già densamente popolato, in foro di Messa. Durante le scorrerie barbariche della metà del primo millennio, i picchi rocciosi offrirono asilo alle sparse genti del territorio che quivi edificarono Penna, di origine umbra e Billi, di origine etrusca, due castelli vicini e rivali fino al 1350 data in cui si unirono solennemente posando la pietra della pace sulla piazza del mercato alle pendici delle due rupi. Inizialmente questo Comune fu feudo dei Carpegna, poi dei Malatesta, dei quali fu certamente la prima culla prima che questa potente famiglia scendesse a Verucchio e infine a Rimini assoggettando in seguito, tutta la Romagna. Furono proprio i Malatesta, intorno all’anno mille, ad edificare la rocca di Castel di Penna di cui ora non restano che pochi ruderi, e sempre questi si adoperarono affinché il paese venisse completamente fortificato attraverso l’opera del valente architetto militare G.B.Mastini per cui Pennabilli al termine del secolo XV° poté figurare tra i più temuti castelli della “Provinza di Montefeltro”. Nel 1572 con la famosa bolla “Aequum reputamus” di Papa Gregorio XIII°, venne trasferita, per ragioni di sicurezza, la sede vescovile da San Leo a Pennabilli che fu insignita del titolo di Città e che ancora oggi, con buona pace dei leontini, è riconosciuta come Sede della Diocesi di San Marino-Montefeltro.

Numerose testimonianze di questo prestigioso passato sono rappresentate da pregevoli opere architettoniche, evidenti segni dell’originario impianto urbanistico medioevale ancora ben distinguibile nonostante secoli di evoluzioni e di adattamenti. Si possono quindi ammirare nel castello di Billi, la porta del XIII° sec. e il Monastero di clausura delle Agostiniane, sorto dai ruderi delle antiche mura della fortezza. Nel castello di Penna, oltre alle porte di accesso, troviamo il Palazzo del Bargello, Borgo S.Rocco, il Santuario della Madonna delle Grazie col miracoloso affresco e il Guasto Malatestiano, punto dominante dell’antica Rocca. La fusione dei castelli determinò lo sviluppo della città rinascimentale attorno alla Fontana della Pace, con il mediceo Palazzo della Ragione, la Loggia dei Mercanti e la cinquecentesca Cattedrale. Di notevole interesse culturale anche il Museo Diocesano che vanta un patrimonio storico artistico raccolto in tutto il Montefeltro. Anche le frazioni sono ricche di storia e di arte cosicché il visitatore, attirato da piacevoli itinerari storico-naturalistici farà tappa alla Pieve Romanica di Ponte Messa, ai ruderi del Palazzo principesco di Scavolino, al Convento Agostiniano e alla Chiesa parrocchiale di Miratoio con il pregevole portale, alla Torre di Bascio, al Convento degli Oiva e alla Torre di Maciano. Pennabilli, oltre alle testimonianze storico-artistiche, offre al visitatore una prestigiosa Mostra Mercato Nazionale dell’Antiquariato, che si tiene ogni anno nel mese di luglio, alla quale sono collegate interessanti manifestazioni collaterali. Il visitatore può approfittarne per osservare gli innumerevoli angoli creati dalla fantasia e dall’arte del poeta Tonino Guerra e lasciarsi rapire dalle suggestioni di un passato non lontano “nell’Orto dei Frutti Dimenticati”, farsi guidare dalla “Strada delle Meridiane” oppure calarsi nell’atmosfera de “Il Santuario dei Pensieri” per fermarsi poi ad ammirare “l’Angelo coi Baffi” alla Cappella dei Caduti. Nell’Orto dei Frutti Dimenticati è poi custodito “Il Gelso della Pace”, l’albero messo a dimora il 15 giugno 1994 dal XIV° Dalai Lama del Tibet in ricordo della sua visita a Pennabilli effettuata in occasione del 250° anniversario della morte di Padre Francesco Orazio Olivieri, missionario cappuccino in Tibet e illustre orientalista pennese. Pennabilli è anche sede dell’unico “Museo italiano di Storia del Calcolo e dell’Informatica “Mateureka”, realizzato dal prof. Renzo Baldoni, che è meta privilegiata del turismo scolastico a livello nazionale. E’ strutturato in due sezioni, calcolo e informatica, con una grande ricchezza di materiale tecnico e documentario. Per gli amanti della natura e della vita all’aria aperta, la zona offre interessanti itinerari in mezzo al verde nel cuore del Parco Naturalistico Interregionale del Sasso Simone e Simoncello e l’opportunità di un soggiorno al Lago di Andreuccio in Località Soanne di Pennabilli.